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mercoledì 17 novembre 2010

Prestigiosa intervista: Alberto Tomba !


ODERZO - Gradita sorpresa per il pubblico del PalaOpitergium di Oderzo che domenica 14 novembre 2010, durante la partita di basket fra Oderzo e Marghera ha avuto il piacere di conoscere da vicino il grande Alberto Tomba, passato appositamente per Oderzo per salutare il suo amico bolognese Maurizio Ventura, allenatore del Basket Oderzo. “Tomba La Bomba” è stato per dodici anni, dal 1986 al 1988, leader indiscusso dello sci mondiale ma nelle vene, da buon bolognese, è grande anche la passione per il basket come lui stesso ci conferma: «Una passione iniziata e trasmessa da mio zio, Fiero Gandolfi, presidente dell’allora Sinudyne Bologna negli anni di Terry Driscoll, Renato Villalta (originario di Maserada sul Piave ndr) ed altri a cavallo fra gli anni settanta ed ottanta. Andavo anch’io in Piazza Azzarita perché mi è sempre piaciuto il basket e prima di fare allenamento mi riscaldavo con il basket, dove riuscivo grazie anche alla mia elevazione a schiacciare».

Bolognese sponda Virtus o Fortitudo?
«Virtus assolutamente!».

Un giudizio su quest’avvio di Coppa del Mondo di sci?
«E’ stato un buon avvio sicuramente. Mi sono sentito via sms con Razzoli ed era dispiaciuto per essere uscito di pista. Bene Deville mentre Moelgg è li con loro. Diciamo che ci sono buone prospettive per slalom e gigante ma ci saranno sorprese anche in discesa».

Com’è il movimento sciistico italiano del dopo Tomba e Compagnoni?
«Dopo il mio ritiro e quello della Deborah non è stato sicuramente facile. Razzoli ha rivinto l’oro dopo tanti anni dalle mie Olimpiadi. Ora attendiamo qualcun’altro e la squadra azzurra la aspettiamo ai Mondiali di Garmisch».

La vittoria che ricordi con più piacere?
«Dalla prima all’ultima ma se devo scegliere, dico i Mondiali di Sierra Nevada nel ’96. I due ori in due giorni che inseguivo da sempre: fu grandioso».

Hai abbandonato presto, nel 1998 a 32 anni.
«Ero osannato, stressato, ero perseguito, quindi certe mie reazioni alle provocazioni erano comprensibili. Se tornassi indietro, logico che rifarei ancora degli anni. Ho terminato da vincente nel ’98 ma avrei potuto concentrarmi solo sullo slalom ed arrivare tranquillo sino a Torino 2006. Però ho vinto le mie 51 gare (tornando così a conteggiare lo slalom parallelo di Saalbach nell’87-88 ndr) i miei ori olimpici e mondiali. Mi spiace solo per i miei tifosi».

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